Proseguono i lavori capitolari dei frati Minori delle Famiglie francescane dell’Umbria, riuniti in Capitolo insieme ai Ministri generali. Lavori fatti di dialogo e di confronto, ma soprattutto di ascolto reciproco, intensificato in questi giorni, che nel tempo ha portato al dono del perdono scambiato tra i Ministri provinciali. In apertura di Capitolo ci si è messi in ascolto delle Chiese locali, per mezzo della parola dei Vescovi dell’Umbria.

La mattinata di ieri è stata dedicata ancora all’ascolto della Chiesa per mezzo di un prezioso intervento, sul tema “L’evangelizzazione e la comunione fraterna dei frati francescani in Umbria alla luce dell’Evangelii gaudium”, di don Dario Vitali, docente di Ecclesiologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Don Dario ha offerto un punto di vista, “esperto” e da esterno, per aiutare i frati a chiedersi su quale ecclesiologia vengano fatte scelte importanti come il Capitolo generalissimo, a riconoscere la bellezza del contributo francescano, che arriva a caratterizzare una terra come l’Umbria, ed il ruolo fondamentale nella comprensione equilibrata di una Chiesa universale e particolare insieme. Infine un’esortazione, affinché il carisma sia ancora vero, vivo e fecondo nella Chiesa di oggi, a vivere la propria vocazione, cioè ad “essere frati umilmente ma coraggiosamente, umilmente ma ostinatamente e umilmente ma liberamente”.

Nel pomeriggio altri tre interventi hanno catturato l’attenzione dei frati: sono intervenuti, in una tavola rotonda – moderata da fra Enzo Fortunato – sul tema “Prendersi cura delle fragilità del popolo per costruire un mondo migliore”, il sociologo Domenico De Masi, la giornalista di Repubblica Federica Angeli, che scrive di cronaca nera e giudiziaria, e il giovane umbro Andrea Tittarelli, della Cooperativa Agricola “La Semente”. La franchezza e la profondità degli interventi del pacificato ma sempre vivace prof. Domenico De Masi, il coraggio e la generosità delle scelte testimoniate in aula capitolare da Federica Angeli, costretta ora a vivere sotto scorta, e da Andrea Tittarelli, che ha messo da parte la precedente occupazione per non rimanere sordo alla sofferenza degli ultimi da lui ben conosciuta, hanno offerto ai frati una occasione di ascolto ad extra, del mondo non propriamente o necessariamente ecclesiastico, con le conseguenti sollecitazioni su quanto il mondo possa chiedere ai frati di San Francesco oggi.