Il 29 novembre la Chiesa celebra la solennità di Tutti i Santi dell'Ordine Serafico, una festa che ricorda i suoi figli Santi appartenenti al primo, secondo e terzo Ordine francescano: una moltitudine immensa radunata intorno al grande Poverello, «recante il segno del Dio vivo».
Come da tradizione, i frati minori della Porziuncola insieme con i fratelli conventuali, i cappuccini e i fratelli del Terzo Ordine Regolare si sono ritrovati il 28 novembre nella Basilica di Santa Maria degli Angeli per celebrare i Vespri solenni, rinnovare i loro voti religiosi e ringraziare il Signore per il dono di Francesco e della sua Regola.
Perché la festa è il 29 novembre?
«Perché è il giorno in cui nell'anno 1223 – spiega fr. Stefano Orsi del Servizio di Penitenziaria della Porziuncola – papa Onorio III con la bolla Solet annuere confermò solennemente la Regola di San Francesco, la Regula bullata, dando così un riconoscimento ufficiale all'Ordine e gettando le basi per una fiorente spiritualità che si sarebbe diffusa in tutto il mondo».
Chi sono i Santi dell'Ordine Serafico?
«I santi dell'Ordine Serafico – continua fr. Stefano – sono innumerevoli e provengono da ogni ceto sociale e da ogni angolo del mondo. Sono martiri, dottori, sacerdoti, fratelli religiosi, laici, vergini, sante donne che, ispirati dall'esempio di Francesco, hanno cercato di vivere il Vangelo in modo radicale, seguendo i consigli evangelici della povertà, della castità e dell'obbedienza».
«Ma non dobbiamo dimenticare – sottolinea – che i santi sono persone come noi, sono malati di bellezza e nostalgici di vita eterna: semplicemente umani, fragili ma fortemente innamorati di Dio. Ognuno di noi nasce per realizzare la sua missione, in un posto, nel mondo, che è insostituibile: e in forza del battesimo ciascuno porta dentro di sé una nostalgia alla santità».
Chiedere aiuto ai Santi
«L'invito che ci viene dato da questa festa di Tutti i Santi dell'ordine francescano è quello di riappropriarsi di un vero rapporto di comunione con loro, per evitare quel terribile dispetto di rinchiuderli nelle loro nicchie e farli diventare una specie di ministri da corrompere, anziché da invocare. Chiediamo allora aiuto a questi santi: che san Francesco ci doni la sua perfetta letizia, santa Chiara l'amore per la povertà, san Bernardino lo zelo per il nome di Gesù, san Diego d'Alcalà la semplicità dell'abbandonarsi a Dio, sant'Antonio di Padova la capacità di ascoltare la parola potente del Vangelo, sant'Angela da Foligno il desiderio di sacrificare tutto per Dio, santa Veronica Giuliani la grandezza profonda nell'abbracciare la croce di Cristo».
L’albero genealogico di San Francesco
La spiritualità francescana continua a ispirare i suoi seguaci. L'Ordine Serafico, come un albero millenario, affonda le sue radici nella contemplazione di Cristo e nella carità verso il prossimo. «C'è una bella immagine che è la scena dell’albero francescano, dove Francesco è la radice ha portato frutti innumerevoli di santità e di beatitudine: in esso si raffigura la storia dei frati minori con le diverse ramificazioni, la storia delle clarisse, che è il secondo ordine, la storia del terzo ordine, secolare e regolare. Ecco perché in questa occasione le diverse famiglie francescane si ritrovano insieme per rinnovare i voti di castità, povertà e obbedienza, come gesto concreto e libero di donazione a Dio e ai fratelli».
I vespri Solenni presieduti dal Custode della Porziuncola
«Cari fratelli - ha esordito fr. Massimo Travascio, Custode della Comunità della Porziuncola, che ha presieduto i Vespri - è motivo di gioia il poter condividere, come da tradizione, la preghiera dei vespri come Famiglia del I° ordine e anche del Terzo Ordine regolare: direi una bella occasione di famiglia in prossimità della festa di Tutti i Santi dell'ordine Serafico che si celebra domani 29 novembre, in cui ricordiamo anche l'approvazione della regola bollata del 1223 da parte di Papa Onorio III e l'occasione per noi anche per elevare insieme la professione religiosa».
Fr. Massimo ricorda gli anni centenari 1223/1226 che la comunità francescana sta celebrando: «Questi anni centenari - continua il Custode - sono anche un'occasione per camminare insieme come famiglia Francescana, gioiendo del dono condiviso della stessa vocazione alla vita consacrata e chiediamo proprio l'intercessione dei Santi francescani perché ci sostengano in questo desiderio di seguire il Cristo povero crocifisso».
La santità come chiamata originaria
«Quanto ci fa bene riportare nel cuore le parole di Pietro ora proclamate (2Pt 1,3) che ci ricordano come "La potenza Divina di Gesù Signore nostro ci ha donato tutto quello che è necessario per una vita vissuta santamente": la santità come chiamata originaria e come possibilità data a ognuno. E come è importante accogliere l'invito di Pietro di "cercare di rendere sempre più salda la nostra chiamata e la scelta che Dio ha fatto di noi per entrare così nella vita eterna". Nello stesso rito della professione religiosa ci viene infatti ricordato che la nostra esistenza ha come meta la vita eterna. Dopo esserci impegnati per la grazia di Dio a vivere il vangelo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità secondo la regola di San Francesco e le nostre Costituzioni il celebrante ha pronunciato parole solenni, impegnative e bellissime: "Da parte di Dio onnipotente, se osserverai queste cose, ti prometto la vita eterna"».
«Questa sera allora il riaffermare con gioia la scelta del vangelo come forma di vita e farlo insieme è non solo una testimonianza tra noi e per la chiesa, ma una risposta possibile alle crisi di fede, di speranza e di carità che accompagnano il mondo e la nostra storia».
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