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La Milizia dell’Immacolata per l’uomo di oggi 08 Dic 2017

In cerca dell’amore di Cristo e della tenerezza di Maria

La M.I. è chiamata ad essere la casa di quanti sono alla ricerca dell’amore di Cristo e della dolcezza dell’Immacolata. San Massimiliano sente, in modo particolarmente urgente, la missione di far conoscere a tutti i fratelli del mondo la carità di Dio, che si manifesta in Gesù, e la custodia materna di Maria. Per perseguire queste finalità egli dà fondo a tutte le sue energie e al suo impegno.

Il cammino del nostro movimento procede proprio in questa direzione. Di seguito riportiamo alcune espressioni del santo, rivolte ad un lettore de Il Cavaliere dell’Immacolata in lingua polacca nel settembre 1924. «La prego di non scoraggiarsi per il fatto che regnano la freddezza e la cattiveria, perché la grazia di Dio, attraverso l’Immacolata, è più forte. Se non vogliono pagare il Rycerz (Il Cavaliere dell’Immacolata, ndr), allora noi volentieri lo manderemo gratis e l’Immacolata provvederà a trovare le offerte per quel luogo da qualche altra parte.

Lo scopo della Milizia dell’Immacolata è di conquistare il mondo intero, tutti i cuori e ognuno singolarmente per la Regina non solo del cielo ma anche della terra; dare la felicità vera a quei poveri infelici che la cercano nei piaceri effimeri di questo mondo: ecco il nostro scopo» (SK 97, Risposta ad un lettore del Cavaliere dell’Immacolata in Polacco. Grodno 12/9/1924).

La M.I. deve caratterizzarsi per un requisito fondamentale: l’accoglienza. Ogni membro della nostra associazione deve sentirsi chiamato a creare un clima di squisita fraternità e di condivisione, perché chi cerca Dio possa trovarlo anche mediante la nostra testimonianza.

Ciascun milite, seguendo l’esempio di san Massimiliano, trasmetta ai fratelli la felicità che sgorga dalla propria comunione con Cristo e li inviti ad abbracciare l’ideale kolbiano. Una M.I. accogliente e che prega può offrire risposte importanti a chi si trova a percorrere una via di discernimento.

Inoltre, «Occorre lottare con la preghiera, con il buon esempio e la cordialità, con una grande dolcezza e bontà, quale riflesso della bontà dell’Immacolata. Quelle persone che cercano la felicità fuori di Dio, sono degli infelici che, avvolti nel peccato e nei vizi, inseguono la felicità cercandola dove non c’è e dove non la possono trovare» (Ibidem).

Ogni membro della M.I. è chiamato a sentirsi responsabile della felicità dei fratelli, attraverso la propria credibile testimonianza quotidiana.

«Inoltre, la medaglietta dell’Immacolata sia l’arma o piuttosto la pallottola di cui ogni milite dell’Immacolata si serve. Uno può essere anche il peggiore di tutti, ma se acconsente a portare su di sé la medaglia miracolosa, bisogna dargliela; noi con vero piacere ne manderemo gratis quante ne occorreranno, e si deve pregare per lui e all’occasione, per mezzo di una buona parola, cercare di portarlo lentamente ad amare con tutto il cuore la Madre Immacolata, a rifugiarsi in Lei in tutte le sue difficoltà e tentazioni. Chi comincia a pregare sinceramente l’Immacolata, dopo poco tempo, soprattutto nella festa di Lei, si lascerà convincere a confessarsi. C’è molto male nel mondo, ma ricordiamoci che l’Immacolata è più potente e “schiaccerà il capo del serpente infernale» (Ibidem).

Scoprire l’amore di Maria è quanto di più bello l’uomo possa vivere; questo avviene attraverso la mediazione di chi già sperimenta la sua protezione materna. Presentando ai fratelli la bellezza e l’importanza dell’accoglienza dell’Immacolata nella propria vita, li introduciamo - di fatto – in un percorso di conversione continua. Chi conosce lei non può fare a meno di sentire l’urgenza di porsi alla sequela di Cristo con serio impegno.

Ogni realtà M.I. (da quella più giovane a quella più antica) è chiamata ad interrogarsi sul proprio stile di accoglienza e di accompagnamento dei fratelli. Ogni membro M.I., in ogni sede del nostro movimento, deve trasmettere un amore contagioso al fine di condurre il prossimo alla realizzazione di un percorso cristiano, che possa dare un senso alla sua vita. La nostra associazione deve essere consapevole di questa speciale missione, di questo suo essere casa accogliente per chiunque cerchi l’amore di Dio e la protezione della Vergine. Seguendo l’esempio di p. Kolbe, quanti si sforzano di camminare sulla sua scia sono chiamati a comunicare con la propria vita la bellezza di un itinerario cristiano significativo. La nostra esistenza diventa, così, punto di riferimento per quella dei fratelli.

di Raffaele Di Muro OFMConv,
Direttore della Cattedra Kolbiana del Seraphicum e Presidente della MI internazionale
per “San Bonaventura informa“ (Ottobre 2017)



Immacolata Concezione Massimiliano Maria Kolbe Raffaele Di Muro SBi

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