Quella di oggi è per noi una grande festa di famiglia. È una festa che ci riguarda perché quanti oggi vengono celebrati ci appartengono in quanto membri della stessa famiglia religiosa. Insieme con loro oggi ringraziamo Dio, che ci ama nel suo Figlio diletto Gesù e ci fa suoi figli.
La festa dei santi francescani si celebra in questo giorno perché il 29 novembre 1223 Onorio III approvò solennemente la Regola di san Francesco, già approvata verbalmente nel 1209 da Innocenzo III.
Non soltanto alle centinaia di santi e beati del I, II e III Ordine è dedicata la festa odierna, ma a tutta l’innumerevole schiera di nostri fratelli e sorelle “di ogni nazione, razza, popolo e lingua”, che lassù nel cielo la Chiesa oggi ci addita quali nostri modelli ed Intercessori. Già la solennità di tutti i Santi ci ha invitato a guardare in alto, al mondo di Dio dove si trovano tutti coloro che fedeli a Cristo, ci hanno preceduto nel cammino della vita.
Per noi che siamo ancora in cammino, il ricordo di quanti ci hanno preceduto diventa esempio e stimolo. Siamo invitati a fare festa e ringraziare perché la speranza della vita futura è dono gratuito di Dio maturato per noi nella morte di croce di Cristo. Alla luce di questa rivelazione l’orizzonte della vita si rischiara e la contemplazione delle “cose di lassù”, come le definisce san Paolo, ci permette di sentire vicini a noi tutti i nostri santi e riaccende la speranza che le esperienze d’amore già assaporate in questa vita, saranno portate a compimento in cielo, dove non ci sarà più né pianto, né morte.
Il regno dei cieli è il regno dell’amore che viene da Dio, dove si entra rinunciando al nostro egoismo possessivo.
Di S. Francesco il Celano scrive: “Egli alzava sempre le mani al cielo in favore dei veri fratelli, e a volte, dimentico di sé, provvedeva prima la salvezza dei fratelli. Si prostrava ai piedi della Maestà divina, offriva un sacrificio spirituale peri suoi figli, e piegava Dio a beneficarli. Vegliava con trepido amore sul piccolo gregge, che si era condotto dietro, perché non gli capitasse che, dopo aver lasciato questo mondo, perdesse anche il cielo. Ed era convinto che un giorno sarebbe rimasto senza gloria, se nello stesso tempo non avesse reso meritevoli e partecipi quanti gli erano stati affidati, e che il suo spirito dava alla luce con dolore maggiore di quello provocato dalle viscere materne”.
Siamo consapevoli che veniamo da Dio e dobbiamo camminare continuamente nelle sue vie. La fonte della nostra salvezza è la croce del Signore Gesù. Non c’è peccato, non c’è vita sbagliata che non possa essere purificata e santificata da quel sangue. Guardando alla croce di Cristo c’è sempre motivo per sperare. Contempliamo oggi in modo particolare la sorte dei santi nel cielo. Essi sono in Dio, con Dio e ne condividono la vita nell’amore e nella gioia. Non più ombra di morte e di male nella loro vita. Forse un’ombra li turba la preoccupazione per noi che siamo ancora in cammino, nella grande tribolazione. Preghiamo loro, preghiamo con loro, godiamo con loro. Sentiamoli vicini perchè possano comunicarci il fascino del cielo e sollevarci oltre la quotidianità grave e povera che ci circonda. Con loro ringraziamo il Signore per il dono della salvezza.
p. Stefano Orsi
OFM Ordine San Francesco Santità
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