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Santa Chiara - ASSISI

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I personaggi e le figure del Crocifisso


I personaggi — si noti come l’autore ama raffigurarli in coppia e in atteggiamento di amorevole concordia — che stanno sotto le sue braccia, tutti immersi nella luce, sono:

  • Maria Vergine, nella tipica attitudine meditativa (mano al volto) mentre addita il Cristo. È ricoperta da un manto bianco (l’abito dei puri e degli eletti, dei vincitori, dei giusti che hanno bene operato) sul quale si trovano dipinte delle perle preziose. L’abito rosso scuro richiama la dignità regale e l’intensità dell’amore. Quello viola il rivestimento interno dell’Arca dell’alleanza: Maria è l’Arca, nel cui grembo è stato concepito l’Autore della nuova Alleanza;
  • Giovanni evangelista le sta accanto con un abito rosa, colore che tradizionalmente indica la sapienza. È rivolto a Maria e nel contempo indica il Cristo. I loro volti sono carichi di tenerezza e di ammirazione;
    • Maria Maddalena, avvolta in una tunica rossa (l’amore) è meditabonda essa pure, e si trova girata verso
    • Maria madre di Giacomo, cugino di Gesù, cui sembra confidare un messaggio (di Cristo risorto?);
    • il Centurione ai piedi della croce riconosce la divinità di Gesù e nell’icona proclama la fede nella Trinità (le tre dita). Tiene in mano un mattone, che ricorda la costruzione della Sinagoga di Cafarnao. L’iconografo ha fuso in una sola persona due diversi personaggi! Alle spalle si trova il figlio/servo con altre tre teste che indicano i servi che lo avevano raccomandato al Signore o la sua famiglia che abbracciò la fede. È l’immagine della Chiesa nascente! Di tutti questi personaggi l’icona registra il nome.

Ai lati inferiori dei personaggi suddetti, se ne trovano altri due (più piccoli, quasi a indicarne il ruolo decisivo ma trasceso dai disegni divini): sono i protagonisti del processo e della condanna di Cristo e richiamano il mondo pagano e quello giudaico:

  • ai piedi della Madonna e a destra del Cristo, ossia dal lato dei salvati, è raffigurato, come dice la scritta, Longino, il soldato romano che riconobbe la divinità di Gesù morente.
  • ai piedi del Centurione e quindi dal lato sinistro del Cristo, è presente un giudeo (anonimo — anche se la tradizione gli ha assegnato il nome di Stefanon —, quasi a impersonare coloro che avevano intentato il processo a Gesù!). A differenza di tutti gli altri personaggi, costui è ritratto con il volto arcigno e di profilo, dato pittorico che nell’iconografia indica negatività: lo ritroviamo a esempio in Giuda nell’ultima Cena. Il suo abito si differenzia da tutti gli altri perché di colore oscuro, non raggiunto dalla luce che si irradia dal Risorto. Questa lettura è debitrice delle fonti evangeliche e del contesto storico in cui è stata prodotta l’immagine. In ogni caso la meditazione ci porta a interrogarci se noi pure rifiutiamo la croce!

Vicino alla gamba sinistra di Gesù si riscontra un gallo, immagine del giorno che spunta (“ales diei nuntius”) e quindi di Cristo che è la Luce del mondo. A differenza di Pietro che misconosce il suo Signore, il gallo riconosce il sorgere del giorno e simboleggia l’annuncio del Risorto, luce del mondo.

Ai piedi del Crocifisso ci sono figure umane “anonime” che raffigurano la Chiesa, costruita sulla roccia (visibili tracce sottostanti). Poiché sono aureolati, si pensa a dei santi: Cosma e Damiano, titolari della chiesetta? Oppure Pietro e Paolo che san Francesco “venerava con devozione fervidissima”? Dal momento che l’icona era appoggiata sull’altare (lo si deduce dalla raffigurazione di Giotto nel ciclo della Basilica superiore), la devozione dei fedeli che la baciavano ne ha usurato il dipinto.

Risalendo troviamo, sotto le braccia di Cristo, due coppie di angeli che additano il mistero della croce e nel contempo esprimono comunione tra di sé.

Ai lati le due figure umane (non sono angeli, poiché privi di ali) possono richiamare l’Annunciazione (ossia l’incarnazione del Verbo: l’angelo di sinistra sembra avere una spalla scoperta dal manto e un piede leggermente sollevato, il che lo presenterebbe in azione, mentre Maria è raffigurata in attitudine contemplativa). Padre Rainero Cantalamessa vi ravvisa invece (con poca probabilità, peraltro: si veda sopra la figura del giudeo) i simboli rispettivamente della Chiesa e della Sinagoga.

Nel tondo che sovrasta il Crocifisso, su uno sfondo rosso è raffigurata l’Ascensione. Cristo, avvolto in un manto regale dorato e dal volto sorridente, è caratterizzato da un movimento di slancio, quasi di danza, ed è circondato da figure angeli (si notino le coppie), adoratori della divinità, che lo accolgono gioiosi, come indica la posizione delle mani. Porta sopra le spalle la stola rossa, segno della dignità sacerdotale e nel contempo segno del dominio universale nell’amore. Ha nella mano la croce, strumento di vittoria.

Nella lunetta è visibile la mano benedicente del Padre: le due dita esprimono il fatto che le benedizioni divine sono legate al mistero dell’incarnazione (la divino-umanità del Salvatore).

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  • FS Firenze-Roma (via Perugia) fermata Assisi.

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Comunità Frati Minori
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