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Il pellegrinaggio in Terra Santa 03 Mar 2018

È come entrare nel set del tuo film preferito

Raccogliamo la testimonianza di alcuni fra i numerosissimi pellegrini italiani in Terra Santa, sulle tracce di Gesù, tra storia e presente.

Alessandra, pellegrina della Diocesi di Ozieri: “Essere pellegrina in Terra Santa vuol dire entrare nel set del tuo film preferito”. Un set allestito per la prima volta 2000 anni fa, ma che continua a tornare nelle sale della propria vita ogni giorno. Alessandra esprime così il cuore dell’esperienza nei luoghi del Vangelo, pochi minuti prima di entrare nella grotta della mangiatoia a Betlemme. “È bello – continua – sentirlo durante la Messa, durante tutto l’anno. Però poi rivivere i luoghi che vengono raccontati nella Bibbia è un’emozione unica, indescrivibile. L’unico modo per capire l’emozione è rivivere i luoghi.”

Con lei altre 105 persone provenienti dalla Sardegna hanno partecipato al viaggio in Terra Santa organizzato dalla Opera Romana Pellegrinaggi, spinti da un desiderio e una speranza.

S.E. Mons. Corrado Melis, Vescovo della stessa Diocesi di Ozieri in Sardegna, ha dichiarato: “Siamo venuti qui in Terra Santa perché volevamo rinnovare la nostra fede sulla fede degli apostoli che ce l’hanno trasmessa, ma anche percorrere le strade che gli apostoli e Gesù e Maria hanno compiuto. Ripercorrere fisicamente questa terra per noi diventa molto importante per rinforzare la nostra fede e tutte le altre virtù che dobbiamo vivere oltre alla fede.”

Il gruppo di pellegrini ha chinato il capo per entrare attraverso la porta dell’umiltà nella Basilica della Natività a Betlemme, si è inginocchiato nella grotta della Mangiatoia e ha toccato i luoghi in cui Gesù è vissuto.

Contagioso l’entusiasmo di un’altra pellegrina, Loredana: “è un’emozione fortissima perché qui a Betlemme è iniziata tutta la storia. Nasce un bambino, un bambino che ha salvato il mondo e lo salva ogni giorno”. Proseguendo, poi: “Noi portiamo nel cuore tutti i problemi, tutte le angosce, tutta la storia di essere mamme… Io sono qui con la mia famiglia, col mio bambino… Vogliamo avere una liberazione, una leggerezza nel cuore e portare l’esperienza nel nostro paese, nella nostra quotidianità”. Così la semplice preghiera, imparata dalla nonna, per 60 anni catechista e venuta a mancare pochi mesi fa, diventa dialogo. “Gesù fammi buono come sei tu”.

Anche don Giovanni, a servizio di questi pellegrinaggi, ha confermato: “In questi luoghi risuona ancora la parola del Vangelo che parla! E parla in una maniera tutta speciale, perché ascoltare in questi luoghi la parola del Signore significa vedere il vangelo. E questo vedere il vangelo rimane nel cuore ed è poi l’esperienza grande e forte che ciascun cristiano può compiere nella sua vita dopo la visita in Terra Santa”. I pellegrini, che negli ultimi mesi continuano ad aumentare, toccando cifre mai raggiunte prima, hanno la possibilità di conoscere la storicità dei vangeli, ma anche di far memoria dei luoghi della rivelazione, sperimentandone una contemporaneità.

Chiudiamo con un’ultima affermazione, quella di Patrizia, anche lei pellegrina con la prospettiva di portare la Terra Santa nella propria terra: “di tutto il pellegrinaggio quello che più porterò nel cuore sarà il sentimento di un Gesù che noi continuiamo a crocifiggere tutti i giorni, ma tutti i giorni continua a rinascere nei nostri cuori.”



Pellegrinaggio Terra Santa Testimonianza

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