È qui il luogo dove Chiara passò gran parte delle sue giornate quando, ormai inferma, non poté più dedicarsi come prima alla cura delle sue sorelle. Ed è in questo luogo che avvennero singolari prodigi, specie nel 1253, ultimo anno della vita della Santa.
Famoso è il racconto della visione nella notte di Natale di quell’anno. Così lo racconta una delle sue sorelle al processo di canonizzazione: «Non potendo essa per la grave infermità levarse dal lecto per intrare nella cappella, le sore andarono tucte al mattutino, lassando lei sola. Allora suspirando epsa madonna disse: “O Signore Dio ecco che sò lassata sola da Te in questo loco”. Allora subitamente incominciò ad udire li organi et responsori et tucto l’ufficio dlli frati della chiesa di Santo Francesco, como se fusse stata li presente» (Proc S. Ch, 30). Come anche fu proprio qui che Chiara, poco prima di morire, ottenne dopo una lotta durata una vita, l’approvazione della sua Regola col privilegio dell’assoluta povertà.
E per ultimo, fu da questo posto che consegnò la sua anima al suo Dio con parole di una tenerezza commovente. Così ne parla una sua consorella: «La beata Madre incominciò così a parlare: “Va secura in pace, però che averai bona scorta: però che quello che te creò, innanzi te santificò; e poi che te creò, mise in te lo Spirito Santo e sempre te ha guardato come la madre lo suo figliolo lo quale ama. Tu Signore, sii benedetto lo quale me hai creata”» (Proc S. Ch, 20).
Altro locale importante è l’infermeria di Santa Chiara, denominata anche “dormitorio de sotto”, visto che si trova leggermente più in basso del dormitorio, che dalla chiesa si prolunga a settentrione, con cinque finestrelle d’ambo i lati alle quali corrispondono altrettante cellette. Ciò che risulta qui con evidenza, è lo stile tutto conforme a madonna Povertà, e ben ricorda la vita tribolata, eppure spiritualmente felice, delle “Povere Dame” spesso vittime delle loro corporali privazioni e sacrifici. In fondo all’infermeria, rimane ancora una scaletta in muratura per la quale le monache passavano dall’infermeria al Refettorio di Santa Chiara, situato al di sotto dell’infermeria medesima. In questo locale avvenne il miracolo della benedizione dei pani da parte di Santa Chiara alla presenza del Papa (secondo alcuni Innocenzo IV, secondo altri Gregorio IX). Questi avendo ordinato alla Santa di benedire il cibo, constatò come il segno di croce della benedizione si imprimesse sopra ogni pane.
Abbiamo presentato solo alcuni degli episodi più famosi che, percorrendo i poveri ambienti del monastero di San Damiano, si è cercato di ricordare. Ve ne sarebbero tanti altri, legati alla quotidianità di chi visse qui santificando con la fragranza della propria vita santa queste vetuste pietre, forse gli unici testimoni che conservano nella loro silenziosa presenza, storie di santità mai narrate.
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