La presenza di frate Elia e dei Frati Minori ad Acri nel 1217 portò alla fondazione della Provincia di Oltremare, o di Siria, come risultato delle deliberazioni del Capitolo Generale di Pentecoste del 14 Maggio 1217. San Francesco si era offerto personalmente di andare in missione e voleva raggiungere la Francia. Il racconto della Compilazione di Assisi ci aiuta a intravvedere la spontaneità di Francesco, ma anche la disapprovazione del Cardinale Ugolino relativa ai progetti missionari male organizzati.
“Arrivato a Firenze, il beato Francesco incontrò il signor Ugolino vescovo di Ostia, che in seguito divenne papa, e che era stato mandato da papa Onorio come legato nel Ducato di Spoleto, e in Toscana e Lombardia e nella Marca Trevigiana fino a Venezia. Il signor vescovo si rallegrò molto del suo arrivo. Quando poi udì dal beato Francesco che intendeva recarsi in Francia, gli proibì di andarvi dicendo: «Fratello, non voglio che tu vada di là dai monti, poiché ci sono molti prelati e altri che volentieri vorrebbero contrastare il bene della tua Religione nella Curia romana» ... Gli rispose il beato Francesco: «Signore, è per me grande vergogna che, avendo mandato i miei fratelli in terre remote e lontane, io rimanga in queste province». Il signor vescovo gli replicò, quasi rimproverandolo: «E perché hai inviato i tuoi frati così lontano a morire di fame e a sopportare tante altre tribolazioni?»” (CA 108: FF 1661).
Ugolino non voleva che Francesco andasse al di là delle Alpi, ma che rimanesse in Italia. Proprio nel momento in cui Francesco aveva mandato i suoi Frati addirittura “al di là dal mare” in Terra Santa! Il brano fa capire il divario di opinioni tra Francesco e l’uomo di curia qual era il cardinale Ugolino. Eppure, sappiamo che Francesco, pur rinunciando al suo progetto e aderendo umilmente ai voleri del Prelato di rimanere in Italia, per il bene dell’Ordine, non smette di sognare. Così, soltanto due anni dopo, nel 1219, riesce ad imbarcarsi per le Regioni d’Oltremare. Lasciamoci guidare nel seguire Francesco in questo viaggio epico verso l’Oriente con le indicazioni di Girolamo Golubovich [Biblioteca Bio-Bibliografica della Terra Santa e dell’Oriente Francescano, I (1215-1300), Quaracchi 1906, 85-104]. La sezione si intitola: “Regesto cronologico del viaggio di S. Francesco in Oriente.”
Durante il Concilio Lateranense IV del Novembre 1215, Papa Innocenzo III aveva indetto la Quinta Crociata. In realtà, la Crociata non partì fino al 9 Maggio 1218, quando, il re Jean de Brienne, Leopoldo duca d’Austria e Guglielmo I conte d’Olanda, partirono da Acri in direzione di Damietta, sul delta del Nilo, in Egitto. Lo scopo era quello di prendere prima questa importante Città che dava l’accesso al Cairo e al regno di Malik al-Kamil, per poi prendere Gerusalemme. Il 24 Agosto i crociati di Leopoldo d’Austria conquistarono una torre fortificata in mezzo al Nilo, proprio di fronte a Damietta. Nel mese di Settembre arrivò il Cardinale Legato, Pelagio Galvan.
Il 5 Febbraio 1219 i crociati passarono dalla sponda occidentale a quella orientale del Nilo, per assediare Damietta da terra. In quel momento il Sultano d’Egitto, che dovette affrontare alcuni complotti tramati contro di lui, chiese l’aiuto del fratello Malik al-Moaddem, Sultano di Damasco.
Il 26 Maggio 1219 si celebrava il Capitolo Generale di Pentecoste alla Porziuncola. Questa volta fu deciso di mandare dei missionari con metodi più sicuri, sia nei Paesi al di là dalle Alpi sia in Oriente.
Francesco decide d’imbarcarsi per la Siria. Il 24 Giugno 1219 Francesco parte con dodici compagni, tra i quali Pietro Cattani e s’imbarca da Ancona, oppure secondo altri, da Bari o Brindisi. Nel frattempo il Sultano Malik al-Kamil aveva offerto la pace ai crociati, ma questi la rifiutarono.
Francesco viaggia con i crociati lungo la consueta rotta marittima, che attraversava le foci dell’Adriatico allo Stretto di Otranto e, seguendo la costa della Grecia occidentale, scendeva fino a Creta (Candia). Di là si volgeva a Oriente verso Cipro; poi era facile approdare ad Acri. Perciò si può affermare che nel Luglio 1219 Francesco toccò la Terra Santa nel porto crociato di Acri, accolto da frate Elia e dagli altri fratelli ivi residenti. Ancora si conservano i resti del Porto Pisano dove Francesco sarebbe approdato. Ad Acri restò per poco tempo e continuò la strada, per mare, verso Damietta, accompagnato da frate Illuminato da Rieti.
Francesco arrivò a Damietta nell’Agosto 1219. Durante la battaglia del 29 Agosto ebbe il dispiacere di vedere tanti cavalieri cristiani Spagnoli morire nella sconfitta che i crociati dovettero subire. Il fatto ce lo racconta Tommaso da Celano, nel Memoriale:
“Al tempo in cui l’esercito cristiano stringeva d’assedio Damiata, era presente anche il santo con alcuni compagni: avevano attraversato il mare desiderosi del martirio. Un giorno, avuta notizia che i nostri si disponevano a battaglia, si addolorò fortemente e rivolto al compagno disse: «Il Signore mi ha mostrato che, se avverrà oggi lo scontro, andrà male per i cristiani. Ma se dico questo, sarò creduto pazzo; se taccio, mi rimorde la coscienza. Che cosa ne pensi?» «Padre, – rispose il compagno – non dare importanza al giudizio degli uomini; del resto non sarebbe la prima volta oggi che sei giudicato pazzo. Libera la tua coscienza e abbi timore di Dio piuttosto che degli uomini». Allora il santo balza fuori e per il loro bene scongiura i cristiani a non dar battaglia, e minaccia la disfatta. Ma essi presero in scherzo ciò che era verità, indurirono il loro cuore e rifiutarono ogni avvertimento. Si avanza, si attacca, si combatte e si passa al contrattacco da parte dei nemici. Durante la battaglia il santo, con l’animo sospeso, invita il compagno ad alzarsi e a osservare; e poiché non vede nulla una prima e una seconda volta, glielo ordina per la terza volta. Ed ecco: tutto l’esercito cristiano è in fuga, mettendo fine alla guerra non con il trionfo, ma con la vergogna. I nostri subirono tale disfatta da perdere seimila uomini tra morti e prigionieri. Il santo era vinto dalla compassione, né minore era il loro pentimento per l’accaduto. Soprattutto compiangeva gli spagnoli, che vedeva ridotti a ben pochi a causa del loro maggiore slancio nel combattimento” (2C 30: FF 617).
Questa terribile sconfitta dei crociati portò i capi cristiani a chiedere trattative di pace con il Sultano d’Egitto. Così, agli inizi di Settembre 1219 fu stabilita una tregua tra le due parti, che durò circa un mese. Secondo molti studiosi fu in questo mese di tregue che Francesco poté recarsi dal Sultano Malik al-Kamil, insieme con frate Illuminato, per il famoso incontro. Golubovich scrive:
“Generalmente gli storici non combinano sul tempo di questa visita del Santo agli accampamenti saraceni. Più ragionevole ci sembra il giudizio del Suyskens che pone la visita del Santo poco dopo la famosa sconfitta toccata ai Crociati (29 agosto) predetta loro dal Santo, e quindi assai prima della caduta di Damiata (5 novembre): verosimiliter non diu post illam infelicem pugnam, 29 aug. (Act. SS. cit., p. 612, n. 350). E più sotto, basandosi sulle parole del Vitry zelo fide accensa, il Suyskens soggiunge: Quapropter dubitare nequeo, quin Sanctus mense septembri non multum inchoato Soldanum adierit; e pone saviamente circa finem septembris il ritorno del Santo negli accampamenti cristiani, basandosi sulla grave testimonianza dello stesso Vitry che asserisce essere il Santo rimasto per dies aliquot presso il Soldano, e per multos dies, presso le milizie saracene” (Biblioteca Bio-bibliografica I, 94).
Non ci soffermiamo sull’incontro tra Francesco e Malik al-Kamil, sul quale sono stati versati fiumi d’inchiostro. Diciamo soltanto che non tutti gli studiosi hanno presentato, secondo il nostro parere, l’incontro in modo fedele, non per ragioni di esattezza storica, ma piuttosto per l’interpretazione che ne danno. Francesco non andò dal Sultano per un semplice incontro fraterno di “dialogo inter-religioso” nel senso moderno del termine. Egli andò da lui come Cristiano e per parlare di Gesù Cristo. Questo non significa che voleva convertirlo, ma negare questo fatto equivale a misconoscere le vere intenzioni del Santo, figlio del suo tempo e pieno di slancio missionario.
Non sappiamo esattamente cosa sia successo dopo che Francesco fece ritorno all’accampamento crociato. Il 26 Settembre ricominciavano le offensive, ma nel frattempo, tra il 14 e il 19 Settembre, più di 20mila crociati tornarono in Europa. Qualche studioso è dell’opinione che Francesco tornò in quel momento, avvertito dei gravi disordini nell’Ordine durante la sua assenza. Secondo Golubovich, che continueremo a seguire, Francesco rimase e fu presente alla presa di Damietta il 5 Novembre. Questa possibilità apre la questione della visita del Santo in Terra Santa, non soltanto ad Acri, ma anche al Santo Sepolcro in Gerusalemme.
Testo di p. Noel Muscat per Frati della Corda, luglio 2017
Notiziario della Custodia di Terra Santa
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