“Santa Chiara, è una santa da conoscere, da amare, da imitare, da invocare”. È l’invito fatto da monsignor Marcello Bartolucci, segretario della Congregazione per le cause dei santi, a conclusione della sua omelia in occasione della celebrazione eucaristica per la solennità di Santa Chiara da lui presieduta, sabato mattina 11 agosto, e concelebrata dal vescovo diocesano monsignor Domenico Sorrentino, dal Ministro provinciale dei Frati Minori dell’Umbria p. Claudio Durighetto, dal Vicario della Custodia del Sacro Convento di Assisi p. Domenico Paoletti e dal Ministro provinciale dei Frati Cappuccini dell’Umbria p. Matteo Siro. Nella Basilica di Assisi a lei dedicata erano presenti le autorità civili e militari, il clero diocesano oltre a centinaia di pellegrini che hanno seguito con attenzione e devozione tutta la messa.
Nell’omelia monsignor Bartolucci oltre a ripercorrere la vita della santa, morta l’11 agosto del 1253 dopo anni di infermità e giorni terribili di agonia, ha messo in evidenza lo spessore di Santa Chiara “che onora il nostro popolo, e la nostra chiesa. Insieme a San Francesco e San Rufino sono i cittadini migliori di Assisi che devono essere per noi fonte di consolazione e di ispirazione, di chi non si accontenta della mediocrità. A 18 anni – ha spiegato monsignor Bartolucci – dette una svolta alla sua giovinezza e cominciò un’avventura meravigliosa: volle entrare da povera nel mondo dei poveri”. Il presule ha poi ricordato il nascondimento durato 42 anni della “pianticella sempre verde di Francesco”, la sua docilità e la perfetta letizia che caratterizzarono la sua “vita consegnata interamente e appassionatamente a Dio. Questa sua stabilità in Cristo è di insegnamento per noi, che abbiamo tante indecisioni e tanti tentennamenti nella fede. In Santa Chiara - ha sottolineato ancora monsignor Bartolucci - vediamo il passaggio dal bene al meglio, dal meglio all’ottimo. Francesco le ha trasmesso il suo fuoco e, probabilmente, senza di lui, non avremmo avuto neanche Chiara. Ecco l’importanza di tenere il cuore sveglio per capire chi Dio ci mette accanto. In Chiara troviamo l’amore vero, totale e fedele per Dio, per la Chiesa, per i compagni, per i piccoli e per i poveri. Questo suo amore ci fa capire quanto è bello aprirsi a Dio e agli altri e quanto è bello spendersi per Dio e gli altri . Questa – ha aggiunto – è la dimensione sociale di Chiara, un esempio che ci insegna a non aver paura dei santi che hanno un’umanità fresca e buona. Se ci fidiamo di loro ci ritroviamo migliori, più simpatici, più utili, più amati. La santità – ha concluso monsignor Bartolucci – è più contagiosa del peccato e del male”.
La celebrazione è proseguita con l’offerta dei doni da parte del sindaco di Assisi Stefania Proietti e con tutti gli altri momenti eucaristici.
Domani, domenica 12 agosto altra giornata importante per la città serafica che celebra il patrono San Rufino. Nella cattedrale sono previste le celebrazioni delle ore 8 e delle ore 10; alle ore 17 si terrà l’accoglienza musicale a cura della Cappella musicale di San Rufino in preparazione alla celebrazione eucaristica delle ore 18 presieduta dal vescovo Sorrentino che procederà all’indizione della seconda visita pastorale. Lunedì 13 agosto alle ore 21 nel chiostro del Museo diocesano ci sarà il concerto intitolato “Passione di San Rufino, vescovo e martire” a cura di Anonimi frottolisti e Antica Cappella musicale di San Rufino.
Omelia Protomonastero Santa Chiara
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