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L’episodio di Montecasale narrato dalle Fonti 10 Feb 2020

Tre ladroni in un santuario?

Le Celle di Cortona e Montecasale sono due Eremi del Francescanesimo primitivo, legati cioè alla stessa presenza e attività di Francesco d’Assisi in Toscana. Qualcuno ne parla come di “luoghi gemelli” e lo sono realmente per la loro storia che segue un copione quasi identico, e per la dislocazione geografica.

L’Eremo di Montecasale, si trova sulla montagna sopra Sansepolcro, in provincia di Arezzo.

Il luogo era un vecchio fortilizio a difesa di un castello poco distante. I monaci camaldolesi lo avevano trasformato in un piccolo eremo, in luogo di ospitalità per i viandanti e anche in un lebbrosario. Nel 1212 fu donato a San Francesco, di cui rimane il letto costituito da un masso che il Santo riparava con frasche. Al 1224 risale il suo ultimo passaggio in queste zone, al ritorno da La Verna in direzione di Assisi.

Molto suggestiva è la minuscola chiesa, che ancor oggi conserva una Madonna con Bambino in legno policromo salvata, secondo la tradizione, per mano di San Francesco stesso dalla rovina del castello. Interessante è inoltre la serie di maioliche (XVII sec.) raffigurante la vita del Santo. La storia di Montecasale è legata soprattutto all’episodio dei tre ladroni, di cui tuttora si conservano i resti all’interno dell’antico convento.

Ascoltiamolo dalle parole del biografo:

«In quel tempo, si aggiravano nella contrada tre noti ladroni, che rubavano in tutta la zona. Un giorno bussarono alla porta del convento per chiedere da mangiare. Il guardiano, invece di accoglierli, gli rispose duramente: “Voi ladroni volete divorare le elemosine che sono mandate ai servi di Dio. Andate dunque per i fatti vostri e non presentatevi più in questo luogo”.

Ed ecco Francesco uscire fuori e rimproverare il guardiano, dicendogli: “Ti sei comportato crudelmente, perché i peccatori si riconducono a Dio con la dolcezza, non certo coi rimproveri. Il Signore Gesù Cristo dice che non è venuto a chiamare i giusti ma i peccatori a fare penitenza. Perciò ti comando che tu vada dietro ai ladroni per monti e per valli finché non li ritrovi. Chiederai poi perdono e li pregherai che non facciano più del male, ma temano Iddio e non offendano il prossimo. E se faranno questo prometto di dargli da mangiare e da bere”.

Mentre il guardiano andò a mettere in pratica il comandamento di Francesco, egli pregava Iddio che ammorbidisse i cuori di quei ladroni perché si convertissero. Il che, com’è noto, avvenne. Anzi, addirittura chiesero ed ottennero di entrare a fare parte dell’Ordine. Fecero penitenza e morirono a Montecasale».



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